Presentazione studio “Giaquinto, Porta e le botteghe del Settecento”

Verrà presentato venerdì 10 novembre alle ore 20.00 presso l’Auditorium “Achille Salvucci”, lo studio, realizzato grazie all’intesa tra Fondazione Museo Diocesano e Università degli Studi di Padova, che ricostruisce la genesi della collezione disegnativa Piepoli-Spadavecchia, giunta al Museo Diocesano di Molfetta nel 2013, per volontà di Virginia Piepoli.

Tra i disegni, gli storici dell’arte Cecilia Veronese e Francesco De Nicolo, hanno riconosciuto le mani di vari artisti che hanno calcato le scene dell’arte del Sei e Settecento nel sud Italia. Oltre a Corrado Giaquinto, di cui è stata individuata con certezza la sua attività come discepolo di Solimena, sono presenti lavori di Gliri, De Mura, Carella, Cavalier d’Arpino e della bottega dei Porta, con un importante nucleo di Nicola Porta, oltre a molti allievi minori.

Una pubblicazione di oltre trecento pagine, per i tipi di Claudio Grenzi Editore, che offre alla comunità degli studiosi l’intera schedatura della collezione, ponendosi più come un punto di partenza per nuove deduzioni e indagini che come un punto di arrivo. Le novità emerse sono tante e ricche di risvolti ancora da indagare, per cui il Museo Diocesano di Molfetta intende aprirsi al dibattito scientifico per i prossimi anni.

Se solo una parte dei disegni della raccolta sono di mano di Corrado Giaquinto – come, oltre il D’Orsi, avevano riconosciuto altri studiosi successivi, senza tuttavia avere la pratica possibilità di andare oltre questa asserzione per le difficoltà di una consultazione diretta, essendo all’epoca la raccolta in mani private –, il loro diverso carattere (disegni accademici, di particolari anatomici o di panneggio, copie di dipinti e di sculture di grandi maestri, copie di incisioni, ecc…) conferma appieno le tappe del percorso formativo, descritto dal De Dominici, al quale il Solimena sottoponeva i suoi allievi. Ciò che conferma l’ipotesi dedominiciana secondo cui Corrado svolse il suo alunnato proprio nella bottega di Solimena.

Clara Gelao


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